16 marzo 2020 ora 10,30
«Porta la corona ma di certo non è un re, e nemmeno una persona ma allora che cos’è?»: una filastrocca per raccontare ai più piccoli cos’è il coronavirus, spiegare perché non si possa vedere né sentire e perché ci obblighi tutti a restare a casa, lontani da asili e scuole, lontani dai parchetti e dagli amici. L’esperta penna di Roberto Piumini, su richiesta dell’Humanitas di Milano, ieri nel giorno del suo compleanno, è riuscita nell’impresa di spiegare la pericolosità del Covid-19 e le azioni necessarie a fermarlo con semplicità e l’estrema giocosità che solo le rime sanno dare. «È un tipetto velenoso, che mai fermo se ne sta: invadente e dispettoso, vuol andarsene qua e là».
Sono i bambini, così ignari e probabilmente preoccupati i più bisognosi di risposte. Niente baci e niente abbracci, niente giochi all’aria aperta, niente contatti. Un mondo stravolto quello dei piccini ma il cambiamento si può spiegare trovando il giusto approccio alle cose. «Quando incontri della gente, – scrive Piumini – rimanete un pò lontani: si può stare allegramente senza stringersi le mani».
E quelle mascherine che nascondono volti familiari e sconosciuti possono essere ostracizzate in un solo verso: «C’è qualcuno mascherato, ma non è per Carnevale, e non è un bandito armato che ti vuol fare del male. È una maschera gentile per filtrare il suo respiro: perché quel tipaccio vile se ne vada meno in giro». E sono proprio parole a dover prendere il posto dei gesti d’affetto, riscoprendo la potenza del dialogo e della scrittura.
«Le parole sono doni, sono semi da mandare, perché sono semi buoni, a chi noi vogliamo amare. Io, tu, e tutta la gente, con prudenza e attenzione, batteremo certamente l’ antipatico birbone. E magari, quando avremo superato questa prova, tutti insieme impareremo una vita saggia e nuova».
Che cos’ è che in aria vola?
C’ è qualcosa che non so?
Come mai non si va a scuola?
Ora ne parliamo un po’ .
Virus porta la corona,
ma di certo non è un re,
e nemmeno una persona:
ma allora, che cos’ è?
È un tipaccio piccolino,
così piccolo che proprio,
per vederlo da vicino,
devi avere il microscopio.
È un tipetto velenoso,
che mai fermo se ne sta:
invadente e dispettoso,
vuol andarsene qua e là.
È invisibile e leggero
e, pericolosamente,
microscopico guerriero,
vuole entrare nella gente.
Ma la gente siamo noi,
io, te, e tutte le persone:
ma io posso, e anche tu puoi,
lasciar fuori quel briccone.
Se ti scappa uno starnuto,
starnutisci nel tuo braccio:
stoppa il volo di quel bruto:
tu lo fai, e anch’ io lo faccio.
Quando esci, appena torni,
va’ a lavare le tue mani:
ogni volta, tutti i giorni,
non solo oggi, anche domani.
Lava con acqua e sapone,
lava a lungo, e con cura,
e così, se c’ è, il birbone
va giù con la sciacquatura.
Non toccare, con le dita,
la tua bocca, il naso, gli occhi:
non che sia cosa proibita,
però è meglio che non tocchi.
Quando incontri della gente,
rimanete un po’ lontani:
si può stare allegramente
senza stringersi le mani.
Baci e abbracci? Non li dare:
finché è in giro quel tipaccio,
è prudente rimandare
ogni bacio e ogni abbraccio.
C’ è qualcuno mascherato,
ma non è per Carnevale,
e non è un bandito armato
che ti vuol fare del male.
È una maschera gentile
per filtrare il suo respiro:
perché quel tipaccio vile
se ne vada meno in giro.
E fin quando quel tipaccio
se ne va, dannoso, in giro,
caro amico, sai che faccio?
io in casa mi ritiro.
È un’ idea straordinaria,
dato che è chiusa la scuola,
fino a che, fuori, nell’ aria,
quel tipaccio gira e vola.
E gli amici, e i parenti?
Anche in casa, stando fermo,
tu li vedi e li senti:
state insieme sullo schermo.
Chi si vuole bene, può
mantenere una distanza:
baci e abbracci adesso no,
ma parole in abbondanza.
Le parole sono doni,
sono semi da mandare,
perché sono semi buoni,
a chi noi vogliamo amare.
Io, tu, e tutta la gente,
con prudenza e attenzione,
batteremo certamente
l’ antipatico birbone.
E magari, quando avremo
superato questa prova,
tutti insieme impareremo
una vita saggia e nuova.
Roberto Piumini
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