“Lo sport di base è un importante strumento di aggregazione ed inclusione sociale, ma non sarà facile immaginare la ripresa del settore. Le istituzioni dovrebbero utilizzare questo periodo di isolamento per riqualificare le strutture pubbliche”. Ad affermarlo è Ettore de Conciliis, presidente del comitato interprovinciale Avellino-Benevento-Caserta dell’Asi (Associazioni sportive e sociali italiane), ente sportivo riconosciuto dal Coni.
Anche il mondo delle sport dilettantistico ovviamente è fermo, a causa dell’epidemia di Coronavirus. Qual è la situazione?
“Lo sport di base, insieme al comparto turistico-alberghiero, è uno dei settori più colpiti dall’emergenza: un blocco a tempo indeterminato. Non parliamo soltanto delle manifestazioni e dei campionati, ma anche delle palestre. Purtroppo la risposta del governo alla crisi è stata limitata. Il punto è che sarà complicato immaginare anche la ripresa. Serve una programmazione che oggi non è ancora possibile e resta il problema del distanziamento sociale, che in alcuna pratiche sportive diventa impossibile. Insomma, siamo di fronte ad una difficoltà strutturale”.
Quali interventi è possibile mettere in campo a sostegno delle associazioni e delle società sportive?
“Al di là delle misure economiche per gli operatori, andrebbero avviati lavori di ristrutturazione degli impianti pubblici, a servizio del territorio, che spesso sono in cattive condizioni. Almeno così il fermo sarebbe utilizzato in maniera proficua, gettando le basi per un rilancio della pratica sportiva, anche rimuovendo le barriere architettoniche, che non li rendono fruibili a tutti, e si valorizzerebbe il patrimonio”.
Gli enti sportivi svolgono un ruolo significativo non solo tra gli appassionati delle diverse discipline, ma anche in ambito sociale.
“Sono un pezzo importante della cittadinanza attiva, agendo a 360 gradi, non solo nell’ambito sportivo, ma anche della promozione sociale e culturale. Parliamo di decine di discipline. Di un mondo molto distante dai riflettori dei media e dalla logica del professionismo, ma che allo stesso tempo muove un’economia reale, con migliaia di addetti. L’obiettivo è la promozione del benessere psicofisico. Lo sport di base coinvolge milioni di persone nel Paese. E’ un’esperienza aggregativa ed educativa, che porta avanti valori positivi ed un’idea di competizione non cinica, ma basata sul rispetto dell’altro. In esso trovano spazio sia la dimensione individuale, che lo spirito di gruppo”.
Quali sono i punti di forza dell’Asi?
“Per cominciare qualche numero: in Campania mediamente ogni anno aderiscono 5000/6000 realtà sportive e sociali e 60 mila iscritti. Siamo particolarmente presenti nel motociclismo, con un campionato in dieci tappe, e nello slalom automobilistico. C’è anche un settore Protezione civile. Il nostro comitato alle associazioni oltre alle consulenze legali e fiscali, offre servizi molto avanzati. Puntiamo sulla qualità”.