6 aprile 2020
A Montemiletto, uno dei borghi più suggestivi della nostra terra d’Irpina, il passato sembra riecheggiare e parlarci da ogni angolo dell’incantevole centro storico. Attraversare la Porta della Terra (un secentesco arco in travertino sormontato da merli) è come varcare una soglia magica, è come aprire una porta dimensionale che introduce in un fitto intersecarsi di ruve, caratteristici vicoli in pietra dal tipico impianto medioevale. E, infatti, le origini del borgo vengono fatte risalire agli albori del Medioevo, quando il paese cominciò a prendere forma sviluppandosi intorno al Castello che, eretto dai Longobardi e radicalmente ricostruito dai Normanni, si erge, a dominare le valli sottostanti, impavido e possente, con le sue alte mura in pietra e le sue torri merlate angolari a pianta circolare. Il Castello (poi detto della Leonessa da una delle famiglie nobili che vi abitarono), in epoca rinascimentale, fu trasformato in palazzo signorile e arricchito di ampie finestre e larghi balconi dai de Tocco (Algiaisio de Tocco aveva conquistato il maniero nel 1419, cogliendo di sorpresa il precedente feudatario Andrea Francesco Caracciolo).
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